sabato 30 maggio 2015

Tecnologie per la Didattica, seconda esercitazione - spiegazione del lavoro

GRUPPO 38: Chiodi Giulia, De Tomasi Marika, Ghiringhelli Gaia, Giani Raffaella, Pagani Stefania

Il lavoro che intendiamo proporre ai bambini, mediante l’utilizzo della tecnologia, consiste nella realizzazione di una ricerca sul tema “Gli animali in via d’estinzione”. L’idea di fondo è che l’insegnante crei un blog per tutta la classe (con un unico account: classe3aprimaria@gmail.com) all’interno del quale i bambini troveranno come primo post la descrizione dell’attività che dovranno svolgere (“la consegna” pubblicata dalla maestra) in cui saranno presenti le indicazioni per compiere il lavoro. A questo punto ogni bambino utilizza il proprio tablet (se ne possiede uno che può portare a scuola) o i computer dell’aula informatica per compiere una ricerca su Internet e postare il suo lavoro sul blog. Ogni alunno in questo modo può vedere pubblicato nel sito sia la propria ricerca sia quella dei suoi compagni di classe, con la possibilità di commentare il lavoro svolto dagli altri, mettendo dunque in atto uno scambio e una condivisione di idee e materiali. Dato che al momento di aggiungere i propri commenti al blog viene richiesto un account abbiamo pensato di lasciare ai bambini la possibilità di decidere se utilizzare l’account della classe anche per inserire i propri commenti o se utilizzarne uno proprio, ovvero un account personale che qualche bambino potrebbe aver creato precedentemente (perchè magari lo utilizza a casa per iscriversi a determinati giochi online) in modo da valorizzare ciò che l’alunno già possiede e costruire un “ponte” tra scuola e famiglia. I bambini possono iniziare la loro ricerca a scuola nelle ore di Geografia, Scienze ed Informatica, e terminarla a casa come compito. L’insegnante stabilisce insieme ai bambini il numero di giorni che hanno a disposizione per completare la ricerca e, una volta che tutti hanno terminato, verrà prevista una giornata conclusiva durante la quale la maestra utilizzerà la LIM della classe per mostrare agli alunni l’intero lavoro e rifletterà con loro sulle difficoltà incontrare nello svolgimento dell’attività. Seguirà una riflessione su quali sono gli aspetti essenziali per una ricerca, cosa non può mancare e cosa invece non è rilevante, da qui si cercherà un incipit per una nuova ricerca. L’obiettivo è che le tecnologie svolgano un ruolo di filo conduttore nel percorso scolastico degli studenti: in quinta potranno andare a rivedere le ricerche svolte negli anni precedenti e analizzare i punti di forza e di debolezza, inoltre con l’esecuzione ripetuta diventeranno più abili nel muoversi nel vasto mondo di Internet imparando a selezionare con facilità le fonti più attendibili.

In pratica le modalità applicative di questo metodo si possono suddividere in tre momenti:
  tool box: impostazione da didattica frontale in cui l’insegnante definisce il compito, dà gli strumenti e la metodologia attraverso il quale i bambini lavoreranno e impareranno da soli. I contenuti sono anche disponibili nell’area virtuale.
    problem solving: gli alunni, nell’aula virtuale, lavorano attivamente attraverso i computer/tablet a disposizione. L’insegnante ha un ruolo di supporto, scaffolding e tutoring: controllerà regolarmente il blog per assicurarsi che i bambini riescano a utilizzarlo efficacemente e per rispondere alle eventuali domande che gli alunni pongono al suo interno. In particolare noi abbiamo utilizzato la modalità di problem solving definita webquest che ricerca le informazioni partendo dai dati forniti dall’insegnante e richiede una rielaborazione finale attraverso una presentazione, in questo caso una ricerca pubblicata nel blog.
     situation room: momento della valutazione, i bambini mostrano i loro elaborati alla classe (esercizio del pensiero critico).

Nel proporre questa attività abbiamo preso come punto di riferimento il metodo del flipped classroom: “un sistema che, grazie all’uso delle tecnologie didattiche, inverte il tradizionale schema di insegnamento/apprendimento e il conseguente rapporto docente/discente” (Ferri “La scuola 2.0, Spiaggiari, Parma 2013, p.123). Questo metodo prevede che l’insegnante, attraverso l’aula virtuale, fornisca ai suoi studenti il materiale necessario su cui lavorare, lasciando il lavoro noziosistico a casa e concentrandosi in questo modo sul lavoro di problem solving cooperativo a scuola. Tuttavia abbiamo apportato qualche modifica in quanto questo metodo prevede l’utilizzo del sistema e-learning associato alle classi virtuali, mentre noi abbiamo deciso di usare il blog come strumento che l’insegnante utilizza per comunicare con i suoi alunni virtualmente e fornire loro il materiale.
Secondo il metodo del flipped classroom l’insegnante è un progettista (allestimento di spazi reali e virtuali), un esperto di contenuti disciplinari, un sostegno e uno stimolo alla costruzione della conoscenza collaborativa da parte degli alunni. Il ruolo degli studenti invece è più attivo e la modalità di lavoro favorisce l’utilizzo delle competenze dei bambini in quanto possono trovare una soluzione al problema (che nel nostro caso è una ricerca sugli animali) nel modo che ritengono più adeguato.

Abbiamo deciso di utilizzare il blog principalmente per due ragioni:
1.   Ci è sembrato un mezzo più sicuro rispetto agli altri, infatti è la maestra che attraverso il post “Consegna” fornisce ai bambini i siti all’interno dei quali ricercare le informazioni per il lavoro. Ovviamente sono siti che l’insegnante aveva precedentemente visitato in modo da assicurarsi che siano sicuri e che i bambini ricavino le informazioni per la ricerca.

2.      Pensiamo che non rappresenti un problema per i genitori il fatto che i propri figli lavorino utilizzando un blog. Abbiamo infatti immaginato che non tutti i genitori potessero essere d’accordo a lasciare che i propri figli si iscrivano in un social network come Facebook, soprattutto tenendo in considerazione che stiamo parlando di bambini di classe terza. La proposta di utilizzare il blog ci è dunque sembrata molto più concretizzabile.

venerdì 29 maggio 2015

Gorilla





Ho scelto il gorilla perché secondo me ha una faccia simpatica!
È un animale grande e possente, dal caratteristico pelo nero e folto, sono animali relativamente pacifici e tranquilli. I gorilla femmina e i giovani maschi si costruiscono un nido fra i rami più robusti degli alberi, i maschi adulti invece trascorrono la maggior parte del tempo a terra, non temendo alcun pericolo, a guardia degli alberi dove vivono gli altri membri del branco. Il gorilla è dotato di una notevole intelligenza e sono animali sociali, che vivono in branchi composti in media da una decina di esemplari. Nel loro habitat i gorilla non hanno molti predatori, vivono tra 30 e 40 anni e sono onnivori anche se prevalentemente vegetariani. Il gorilla è un animale molto famoso ed è spesso simboleggiato nella cultura popolare; basti pensare ad esempio al personaggio dei cartoni animati Magilla Gorilla o al leggendario King Kong. Al gorilla si ispira anche il personaggio di Donkey Kong, noto videogioco della Nintendo. Il termine "gorilla" oggi è spesso usato per indicare le guardie del corpo, a sottolineare la loro possanza fisica. Uno Zord usato nei Power Rangers Wild Force è ispirato a un gorilla. Anche alcuni veicoli presenti in Gorilla Force, una serie animata, sono ispirati ai gorilla.

Jasmine

giovedì 28 maggio 2015

Tigre



Il mio animale preferito è la tigre, è un felino come il gatto ma a differenza dei gatti ama l'acqua. Mi piace molto il colore del pelo bianco, arancione e nero. Facendo alcune ricerche ho scoperto che esistono anche delle tigri solo bianche e nere. Oggi abbiamo perso il 97% delle tigri selvatiche e non sono rimasti che 3.200 esemplari in tutto il mondo. Le dimensioni delle tigri dipendono dalla sottospecie e dal genere, e vanno dai 140 ai 300 cm compresa la coda, che da sola è lunga 60-90 cm e possono arrivare a pesare fino a 300 kg. Sono dei predatori, cioè si cibano di altri animali. Se le tigri sparissero questi animali crescerebbero senza limiti e distruggerebbero tutta la vegetazione e i campi. Il WWF cerca di fare in modo che i bracconieri non uccidano più questi animali per poi vendere le loro pelli.

Simone


Leopardo



Il leopardo o pantera è un felino che vive nelle regioni dell’Africa settentrionale e Asia sud occidentale. Il suo habitat comune è la savana ma può vivere anche in foreste, deserti e terreni montuosi. E’ un cacciatore solitario e prevalentemente notturno, è in grado di trascinare a lungo prede grandi e pesanti anche quanto lui. Il leopardo è in grado di effettuare da fermo salti di sei metri di lunghezza e tre metri di altezza. Ha un corpo lungo e muscoloso, con grandi zampe. Il manto del leopardo, morbido al tatto, e non troppo lungo, presenta macchie su un fondo di colore variabile dal giallo pallido al marrone consente all’animale di mimetizzarsi facilmente. La gola, il petto, il ventre e la coda sono bianchi. Le orecchie arrotondate hanno la parte posteriore nera e una macchia bianca all’interno. Il leopardo ricopre un ruolo importante nella cultura africana, in quanto l’animale è considerato re degli animali. Il leopardo è un animale in via d’estinzione, tra le specie più a rischio troviamo il leopardo dell’Amur. L’80% del territorio in cui vive è stato disboscato, incendiato o trasformato in campi agricoli, ed in più il leopardo dell’Amur è preso di mira dai bracconieri. Senza più un habitat esteso, il leopardo dell’Amur non ha potuto riprodursi. Si stima che ne siano rimasti soltanto 35, massimo 50 esemplari.

Fabio

Panda

                                                                        

Ciao a tutti,

Anch’io volevo fare la ricerca sul panda e ho deciso di pubblicarla, anche se non sono la prima.
Il panda è un mammifero dall’aspetto simile a quello di un orso e vive nella Cina centrale. E’ un animale onnivoro ma tende a nutrirsi come un erbivoro mangiando soprattutto il bambù. Il panda ha un simpatico muso bianco e nero e può raggiungere un’altezza di 150 cm con un peso che varia dai 75 ai 160 Kg. La capacità riproduttiva dei panda è piuttosto scarsa e questo insieme all’impoverimento dell’habitat in cui vivono, minaccia la loro specie; il panda è stato inserito infatti nella lista delle 100 specie di mammiferi a rischio estinzione. Il WWF ha preso a cuore la causa dei panda, facendolo diventare il simbolo dell’associazione che da anni lotta per i diritti degli animali. Il motivo principale per cui esistono pochi panda è la distruzione delle foreste in cui è presente il bambù. Per impedire che la specie scompaia, i panda vengono fatti nascere in strutture apposite. Oggi nel mondo sono presenti solamente otto panda: il più anziano, Bao Bao, nato nel 1978, vive nello Zoo di Berlino e gli altri sette sono negli Zoo di Vienna, di Madrid e di Edimburgo.

Spero che vi sia piaciuto.

Giulia

Lupo


Ciao a tutti

Ho scelto come animale per questa ricerca il lupo (nome scientifico: canis lupus).
Il lupo è un mammifero carnivoro ma in alcuni casi si nutre anche di insetti e vegetali. Il colore del suo mantello (di solito bruno) varia a seconda dell'età del lupo e delle stagioni. Solitamente vive nelle foreste ma può occupare anche altri ambienti (tundre, steppe e deserti). Si sposta in piccoli branchi in cui a capo c'è sempre un maschio e una femmina dominanti (si chiamano "coppia alfa"). Il branco è molto utile per il lupo perchè gli permette di collaborare con gli altri per cacciare i grandi erbivori, inoltre tutti i componenti del branco aiutano a proteggere i cuccioli. Il lupo ha una vista e un udito molto sviluppati che gli permettono di sentire la presenza delle prede anche a una grande distanza. Più di 40 anni fa il WWF ha lanciato l'allarme per proteggere questo animale e da allora la specie è aumentata, purtroppo però ancora oggi il lupo è in stato di rischio a causa dell'uomo che lo caccia: ne vengono uccisi più del 20% ogni anno! Esistono dei Centri di Recupero per Animali Selvatici (CRAS) che si prendono cura dei lupi feriti per poi liberarli in natura quando sono guariti. Il WWF cerca anche di sorvegliare i luoghi in cui è più frequente la presenza del lupo e di convincere le persone a convivere pacificamente con questo animale.

Marco

Panda Gigante


Ho scelto il Panda gigante perché è il simbolo di un'associazione che si occupa di proteggere gli animali in via di estinzione il WWF. Il nome scientifico del panda è Ailuropoda melanoleuca. Il suo mantello è di colore bianco e nero. Un tempo il panda viveva in tutto il sud e l’est della Cina ma lo sviluppo dell’uomo lo ha costretto a vivere nelle fitte foreste di bambù e di conifere dei rilievi montuosi della Cina. Mangia ogni giorno fino a 38kg di cibo, composto per il 95% da germogli e foglie di bambù. Oggi il panda è in pericolo di estinzione perché quelle foreste vengono distrutte e diventa sempre più difficile trovare germogli di bambù per nutrirsi. Il WWF ha creato delle riserve, cioè foreste  in cui i panda possono trovare cibo ed essere al sicuro dal bracconaggio. Ma c’è ancora molto da fare, il WWF sta raccogliendo soldi per poter collegare le varie riserve in modo che i panda possano muoversi tranquillamente.

Marta